Sindrome da incipit

Sono mesi che inseguo e organizzo una trama in testa, segno appunti su un’agenda nera. Non ho scritto ancora una riga, tremo all’idea di iniziare. Non ho la capacità di buttare giù la prima frase, il primo paragrafo, non ce l’ho più. Un tempo mi sarei lanciato a scrivere furioso, di pancia dicono alcuni, la storia sarebbe fluita docile, a tratti riottosa, un po’ annoiata per poi scattare scoppiettante.

Ho contratto la sindrome da incipit,  ne sono certo, la mente si è fissata, senza l’attacco non si va da nessuna parte, senza un buon inizio, accattivante, appiccicoso, che inchiodi il lettore, tutto il castello di frasi e punteggiatura che segue si fracasserà. L’attacco scoppiettante e invitante di solito l’ho sempre buttato giù a metà della narrazione, a volte alla fine. Non ora, tutto è cambiato, la sindrome impone che prima di tutto ci sia l’incipit e da esso si diramino i fili della storia come strisce di seta tenute assieme da un’unica spoletta.

(Sindrome da incipit- racconto)