Fumana

Fumana ciondolava stordito su uno sgabello al bar della Falca “Dammi una vodka” disse crudo “liscia. E non farla lunga o ti sparo.” Raspò dietro la schiena e sfilò la pistola posandola sul banco del bar deserto.

La Falca si fece serio come un deportato, prese la bottiglia e rabboccò il bicchiere.

“Un’altra.” Gracchiò Fumana dopo avere svuotato il liquido trasparente.

La Falca rimase lì a guardarsi attorno, immobile la bottiglia tra le mani, senza sapere se dire o se fare. Fumana lo fissò con gli occhi crepati, lo guardò come fosse uno che gli aveva appena ammazzato il cane, a badilate. “Ancora.” Disse.

“Maresciallo…” Provò la Falca.

“Dì un’altra parola, e ti sparo per davvero.” Fumana posò una mano sulla pistola, un paio di secondi “C’è un uomo con la testa spaccata in mezzo alla strada, in fondo al paese, un uomo che nessuno conosce e nessuno sa chi lo abbia ammazzato.” Fumana accese una sigaretta “Una testa spaccata, Falca, sarà venuto fin qua per spaccarsi la testa da solo, come un cretino?”

 

(L’incantatrice di vermi –Romanzo in uscita- Dicono Martedi)