10 Mar Fotografie dal futuro
Ai bordi di acide paludi salate, schiaffeggiate da marosi giallastri e puzzolenti, su sabbie iper riscaldate da Soli infuocati, infilzate da micidiali raggi ultravioletti, liberi di attraversare il morente strato di Ozono.
Cumuli di scorie radioattive giacciono come dune non modellabili da venti che diffondono germi e putrefazione. In quei lembi di territorio malato, placche di un pianeta al tramonto, il Sole diafano irradia la spiaggia ustionando gli ultimi rimasugli delle antiche genie. Un orizzonte violaceo fa da sfondo al piatto ed oleoso mare. Terre sopraffatte da cataclismi termonucleari. Ovunque l’occhio spazi, non un rilievo erbaceo od arboreo interrompe l’orizzonte segnato dai cumuli di detriti radioattivi seminati dalle maree.
Nei pressi dell’Oceano, prossimo all’estinzione, lingue di sabbia semi cristallizzata risalgono l’interno come piste vetrificate. Dai cumuli di rifiuti radioattivi, carcasse di missili inesplosi, frammenti di apparecchi volanti abbattuti, i topi sciamano sul bagnasciuga. Tra molluschi e pesci gettati a riva, i roditori rimediano il loro sostentamento.
Nell’Inferno mattutino il fiacco Sole mattutino si solleva arrancando sull’orizzonte, per raggiungere lo zenit e allungare i raggi sulle deboli creature che si aggirano in superficie.
(Fotografie dal futuro- racconto)