Cani rabbiosi

Lo avvicinai, misi il fucile tracolla ed estrassi la pistola puntandogliela alla tempia. Il colore già pallido ebbe una vistosa variazione, in un secondo la pelle era come cenere bagnata. Il suo compagno a terra non era ancora morto, mugolava a faccia in giù nella polvere.

“Sei della brigata Cane azzurro?” Domandai alzando appena la voce. Non credevo si sarebbe dimostrato coraggioso, ad una sua esitazione spostai la pistola dalla tempia al corpo del compagno ferito. Esplosi due colpi.

“Sì!” Gridò.

Il terrore gli dilatava gli occhi, gli scuoteva mani e gambe come rami al vento. La morte lo aveva sfiorato un paio di volte, troppo anche per uno che si credeva coraggioso.

“Quando arriveranno gli altri, quelli del Cane azzurro, dì loro che la pattuglia dei Cani rabbiosi è stata qua.”

(Pattuglia cani rabbiosi- Racconto)