Quando poi smonti dopo otto-nove ore da un apparecchio. Che sei stato accatastato lì, ringricciato e strizzato sul sedile, svolappiando sopra l’Oceano anche, tutto uno sballottamento, un rambazzo che mai.
Quando smonti e raccatti...
La guerra è finita. Disse, bevve e rabboccò il bicchiere, si arrotolò una sigaretta e la fumò squadrando le sedie vuote attorno al tavolo.
Salì la scala in legno e rovistò a lungo nell’armadio...
Nello sparlottare sconnesso di alcune persone, spesso si può intravedere l’inutilità della parola quando utilizzata come frammentario discorrere, come aggettivatura del niente, come intercalare del vuoto che spaventa. Discorsi buttati lì come croste...
Squillò il telefono, una, due volte, Firpo guardò l’orologio: le dieci meno venti.
“Pronto.”
“Firpo.”
“Per forza.”
“Sono Zomme.”
“Lo so. Che è successo?”
“Sai già…”
“Nò.”
“E allora come…”
“A casa mi si pranza a mezzogiorno, si cena alle sette. Se...
Rimasi impietrito fino a che gli occhi non virarono in direzione della luce, mossi un paio di passi rinculando, qualcosa di simile ad un braccio umano spolpato mi passò accanto. Gli occhi fendettero...
C’era un tremolio sul corpo insanguinato steso a terra. Un’increspatura, come di gas pesante, di ondulazione palpabile più sulla pelle che con occhi e orecchie. Tutto attorno, le case curve e ammucchiate. Un’antica...